PROGETTI SPECIALI

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PROCESSO EICHMANN

Il progetto integrale degli atti processuali del processo Eichmann
ha preso vita attraverso 4 volumi di carattere antologico,
pubblicati dal 2014 al 2016

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MARK TWAIN OPERA OMNIA

Nel 2014 – dopo una serie di titoli sparsi pubblicati negli anni –
prende il via il progetto ambizioso e visionario di tradurre tutta l’opera di Mark Twain.
Il progetto non segue un ordine cronologico ed è curato da Livio Crescenz

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CENTOTRENTACINQUE
Collana diretta da Filippo Tuena

La collana centotrentacinque esce in occasione del cxxxv anniversario
della fondazione della casa editrice, con una tiratura di 135 copie
numerate con numeri arabi, più 15 con numeri romani e fuori commercio.
La collana è disponibile al pubblico sul sito della casa editrice.

Francis Bret Harte nasce ad Albany, New York, il 25 agosto 1836 e si trasferisce in California all’età di diciassette anni. Insegnante, minatore, tipografo, corriere, nel 1868 diventa direttore dell’Overland Monthly. Negli anni Sessanta pubblica una raccolta di poesie (The Lost Galleon and Other Tales, 1867) e dei racconti satirici (Condensed Novels, 1867). È in questo periodo che scrive alcune delle sue opere migliori: The Luck of Roaring Camp, The Outcasts of Poker Flat e The Iliad of Sandy Bar. Harte ritorna sulla East Coast nel 1871, dove il suo tenore di vita dissoluto e sregolato è ben presto causa della sua rovina economica, aggravata anche da una serie di insuccessi editoriali. Una collaborazione con l’amico Mark Twain si conclude con un litigio furibondo tra i due, che da allora non si parleranno mai più.
Dopo aver cercato un’occupazione invano per mesi, nel 1878 Harte si trasferisce in Europa con la carica di Console, prima in Germania e quindi in Scozia, fino al 1885. Stabilitosi in Inghilterra, Harte ha grande successo nel Vecchio Continente con i suoi racconti di ambientazione western. Muore nel 1902 per un cancro alla gola.
Nonostante sia stato spesso definito come uno dei primi realisti americani, Harte ha sempre privilegiato una vena ironica e toni leggeri: il suo racconto ideale, come spiega in The Rise of the Short Story, era ‘conciso e stringato, e al contempo evocativo’, ‘deliziosamente stravagante o un miracolo di semplicità’; doveva dar voce non solo ai dialetti locali, ma anche descrivere le abitudini tipiche delle varie zone, con una particolare attenzione alla lingua parlata; infine, ‘era spesso irriverente’.

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Mattioli 1885