
19 Apr IN FLESH AND BONES: Whitman, the Voice of America (parte prima)
Di Walt Whitman, di cui abbiamo pubblicato Nel West e altri viaggi, Taccuini della Guerra di secessione, Un sillabario americano, Franklin Evans, l’ubriaco e Vita e avventure di Jack Engle, di Walt Whitman, the Voice of America, dai forzieri del passato, ci giunge gracchiante la viva e vera voce del poeta, mentre recita alcuni suoi versi da Foglie d’erba. La registrazione vocale, incisa su cilindro di cera, fu eseguita nel 1889 o nel 1890 da Thomas Edison in persona:
Centre of equal daughters, equal sons,
All, all alike endear’d, grown, ungrown, young or old,
Strong, ample, fair, enduring, capable, rich,
Perennial with the Earth, with Freedom, Law and Love,
A grand, sane, towering, seated Mother,
Chair’d in the adamant of Time.
Ma come funzionavano questi primi meccanismi di registrazione? Vediamone uno qui in funzione, mentre riproduce la canzone della Guerra civile composta nel 1862, Battle Cry of Freedom, canzone che divenne subito talmente popolare che Abraham Lincoln ne fece il proprio inno nella campagna del 1864 per la rielezione presidenziale.
E qui, invece, voci più recenti: addirittura quel genio del cinema che fu Orson Welles in persona che legge la stanza vi da Song of Myself di Whitman:
Walt Whitman ha ispirato anche famosi musicisti, tra cui il compositore Charles Ives con la sua Song 31, per l’appunto intitolata Walt Whitman (piano: Irma Vallecillo, tenore Paul Sperry).
E come non si può non riconoscere l’indelebile orma di Whitman anche in un’altra composizione sempre di Charles Ives, le Variazioni per organo su “America”? Che qui si possono non solo ascoltare ma persino seguire sul manoscritto autografo del compositore (esecutore: E. Power Biggs):
«Oh me, oh vita», ci dice Walt Whitman, come ci ricordano prima Roberto Benigni e subito dopo Robin Williams:
E come non ricordare O capitano, mio capitano, dal film L’attimo fuggente:
A cura di Livio Crescenzi e Marta Viazzoli