
06 Nov Lontano da Crum. Non è un capolavoro, è vita.
Lontano da Crum, meraviglioso romanzo di Lee Maynard, sarà in libreria in questi giorni. Ecco la prefazione di Gian Paolo Serino.
“In tempi di novità editoriali, spesso ingannatrici, ecco un libro che può salvarvi: perché si ride dall’inizio alla fine, malgrado non sia stato ideato come volutamente comico, anzi. È un romanzo che negli Stati Uniti ha causato tantissimi guai all’autore ed è stato vietato per anni nella maggior parte delle biblioteche e persino ritirato dalle librerie. È Lontano da Crum di Lee Maynard, finalmente pubblicato in Italia nella collana Frontiere di Mattioli 1885.
Il romanzo è del 1985, ma tutt’altro che datato. È uno di quei rari libri destinati, come Stoner di John Williams a diventare un longseller di culto.
Non è un capolavoro, è vita.
Il romanzo è ambientato a Crum, piccolo paesino tra West Virginia e Kentucky dove Maynard è nato e cresciuto, ed è una sorta di ‘Spoon River’ dei vivi. Tutti i protagonisti (realmente esistiti) si alternano nella crescita del protagonista, l’adolescente Jesse Stone, un ribelle non solo negli atteggiamenti, ma soprattutto per la sua visione realistica di dove abita: un luogo come Crum, ma che potrebbe essere qualsiasi paesino o quartiere del mondo.
Un romanzo che inizia così: “Negli anni della mia giovinezza la popolazione di Crum, West Virginia, vantava duecentodiciannove esseri umani, due subumani, un paio di pattuglie di cani di vario tipo, almeno un gatto – per quanto mi risulti – un mulo ritardato e il mito sempre vivo di Crash Corrigan. All’inizio non esistevano puttane, ma in seguito ebbi modo di conoscere una ragazza che lo divenne.” E poi: “Durante gli inverni a Crum le giornate erano lunghe, noiose e fredde. Durante le estati le giornate erano lunghe, noiose e calde. A Crum, solo la temperatura cambiava.”
Sempre Maynard continua: “La vita a Crum era gaia, un folle vortice d’ignoranza abietta, emozioni che tracimavano emozioni, sesso che tracimava amore, e talvolta un po’ di sangue a ricoprire il tutto”.
Maynard in tutto il libro descrive questo “piccolo e triste paese” che “ai turisti doveva apparire come un errore” e passa in rassegna gli uomini che lo abitano e che lo “animano”: dal lavoratore che si ubriaca il fine settimana facendo uno show (e dando da parlare per giorni) fino alla ragazza più “viva”, subito tacciata di essere una di facili costumi e al ragazzino che vuole emanciparsi dalla mentalità provinciale e si trova ghettizzato. “Ho cercato di capire per anni” – scrive Maynard – “come funzionassero le cose tra noi ragazzi e il più azzeccato mi è sembrato quello con un cattivo stufato. I ragazzi erano pezzetti di malvagio sapore che giravano nel piatto, per lo più non identificabili, e se provavi ad assaggiarli avevano il sapore di suola da scarpe, e le ragazze erano come le spezie e il calore del vapore che saliva”. Il romanzo è al contempo lo sguardo disincantato e tragicomico del giovane protagonista e la fotografia di vizi e virtù che anche nella nostra Italia viviamo quotidianamente, ovunque noi abitiamo. Abbiamo sempre qualcuno di cui sparlare. Maynard ha preso spunto dalla cittadina di Crum per raccontarci una storia universale, che vale per tutti. Negli Stati Uniti, riscoperto, la sua scrittura è stata paragonata dai maggiori critici e dai lettori, all’ironia dissacrante di “un Mark Twain privo di freni”, sul New York Times è stato definito “un Giovane Holden acido” proprio perché si racconta il mondo attraverso gli occhi di un adolescente: un ragazzo che cerca di trovare la propria strada prima che la strada faccia lui. Ci riesce, dopo anni di disincantato vivere in cui tenta di cambiare il quotidiano, senza successo, anzi: se per lui “quel posto era uno zero. Un vuoto. Niente”, dall’altra viene sempre più isolato sino a rifugiarsi in una “disperata solitudine, che in realtà cercavo” e che lo porterà, un giorno, ad abbandonare la propria città per cercare la propria fortuna altrove. Ci riuscirà, pur portando con sé la malinconia dei luoghi dove è nato e cresciuto.
Lee Maynard è riuscito nel suo intento di diventare uno scrittore affermato, ma i suoi concittadini a tutt’oggi non l’hanno perdonato.
Lui li ha mandati a quel paese, il loro, e gli abitanti hanno fatto in modo che Maynard non potesse mai più metterci piede, promulgando addirittura una legge comunale che ne vietava l’ingresso e il soggiorno.
Maynard è morto nel 2017, senza tornare più nella sua cittadina, ma non crediamo gli sia mancata.
Da non mancare è questo romanzo ironico e dissacrante di un ‘cattivo ragazzo’, che si trova oggi in tutte le biblioteche americane ed è adottato come libro di testo in moltissimi corsi di scrittura creativa nelle più importanti università americane. E se volete mandare a quel paese qualcuno, sapete dove mandarlo: fategli leggere Lontano da Crum.”
Prefazione di Gian Paolo Serino | Lontano da Crum, Lee Maynard