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Immigrata dall’Europa con la propria famiglia nei primi anni del 1890, Anzia Yezierska ha raccontato gli stenti della sua generazione di ebrei americani (chiamati in modo dispregiativo greenhorn) appena arrivati in America.
Sono donne le protagoniste dei racconti di questa scrittrice ancora sconosciuta in Italia. Umili e povere, semplici e analfabete, schiacciate dall’ortodossia degli ebrei provenienti dall’Europa dell’Est, ma dotate di una forza interiore e di un ‘cuore affamato’ tali da renderle indomabili. E sullo sfondo c’è il Lower East Side di Manhattan, il ghetto di New York.
La lotta contro il patriarcato, la povertà e la pratica restrittiva degli ebrei; lo sforzo per l’accettazione, l’indipendenza e la prosperità nel Nuovo Mondo; la crescita e la perdita culturale e personale inerenti all’assimilazione: questi sono i temi che vibrano nei suoi racconti.
L’autrice stessa dichiarò: “L’unica storia che ho da raccontare? La fame.”
| Non mi guardava mai negli occhi. Non ha mai considerato che potessi avere un’anima. Non capiva quanto desiderassi la bellezza e la pulizia. Quanto mi sforzavo e lottavo per emanciparmi dalla fatica (…). Davanti a gente come me non vedeva nulla se non la sporcizia e le macchie sulla superficie. | A. Y.
A CURA DI: Livio Crescenzi e Marta Viazzoli
PAGINE: 180