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Sono qui raccolti gli atti del convegno “Fernando Manzotti e la storia dell’Italia Unita” organizzato da Istoreco e Società correggese di studi storici in occasione del centocinquantesimo dell’Unità per un approfondimento della personalità di questo storico, stroncato a quarantasette anni (Correggio 1923 – Reggio Emilia 1970) al culmine dell’attività e delle ricerche sui problemi di costruzione del nuovo Stato…
…Nel contempo anche un dovuto omaggio di ideale ricomposizione dell’amplissimo mosaico della sua produzione storica disseminata fra libri, saggi, articoli. Il volume, focalizza nella prima parte le tematiche principali della sua storiografia e nella seconda i percorsi biografici attraverso svariati interventi, quindi testimonianze, documentazioni, ricordi, di illustri colleghi, studiosi, discepoli, amici.
Libero docente in storia del Risorgimento e successivamente incaricato di storia moderna e contemporanea all’Università di Bologna e in storia dei partiti alla facoltà di scienze politiche “Cesare Alfieri” di Firenze.
Dopo gli esordi nell’ambito della storia locale, ha in seguito riorientato i suoi interessi, sulla scia delle indicazioni dell’amico Giovanni Spadolini, al campo della storia risorgimentale e contemporanea. In particolare nella contemporaneistica si è segnalato con ricerche anticipatrici nei due filoni della storia del movimento socialista e del movimento cattolico nella prospettiva fondamentale dei loro rapporti con lo stato nazionale.
La sua opera più nota è “Il riformismo socialista in Italia”, preceduta e seguita da saggi su figure di spicco delle correnti democratiche del socialismo e momenti e situazioni cruciali della prima socialdemocrazia italiana. In evidenza nella sua analisi storiografica la linea di conciliazione fra socialismo e unità nazionale per il riscatto morale ed economico delle plebi, rimaste escluse dal processo di unificazione risorgimentale.
Non meno pregevole e documentata la saggistica relativa al movimento cattolico attraverso indagini condotte non solo sulle componenti di vertice ma soprattutto sulla realtà di base, sulla partecipazione religiosa ai livelli inferiori. E inoltre sulle correnti ereticali, dal clero giacobino all’evangelismo valdese nella pianura padana, dalle lacerazioni tra forze risorgimentali e Chiesa fino al modernismo.
“La polemica sull’emigrazione nell’Italia Unita” (fino alla prima guerra mondiale, 1969 ), dedicato alla memoria del padre emigrante in Pennsylvenia, è invece il suo primo libro che lo ha reso noto per il ruolo pionieristico negli studi sull’emigrazione italiana dove il vero oggetto d’indagine, come aveva scritto, erano “gli stati d’animo, gli orientamenti, i comportamenti del ceto politico italiano” di fronte a un tale problema.
“Esperienze risorgimentali”, è per converso il suo ultimo libro pubblicato postumo, nato da una proposta di composizione unitaria di alcuni saggi, sparsi in periodici e atti accademici, sul prolungamento degli intrecci dei problemi risorgimentali con quelli dell’Italia unita.
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