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Visto con gli occhi di un bambino, questo è il romanzo dei monti Appalachi: uno struggente ricordo di un mondo freddo e feroce, mai privo però di speranza. Così come Steinbeck in Furore, uscito solo pochi mesi prima, Still narra le vicissitudini di una famiglia che cerca di sopravvivere coltivando la terra e lavorando nelle miniere di carbone del Kentucky orientale. E lo fa con la delicatezza di un poeta. Vent’anni prima che l’America se ne accorgesse, Fiume di terra fotografa un’esistenza in cui dominano la fame e il freddo. Studiato e celebrato negli Stati Uniti, questo non è il catalogo di cause e possibili rimedi alla miseria redatto da un sociologo, ma la rappresentazione in forma di romanzo delle condizioni di esseri umani che accettano la povertà senza accuse o giudizi o dita puntate.
| Questi monti sono solo onde di terra, che si dilavano per l’eternità. E non c’è un monte che si erge orgoglioso che non possa però sprofondare nella melma del dolore. Oh, figli miei, dove stiamo andando su questo possente fiume di terra, nascendo, generando e morendo – i vivi e i morti che cavalcano le acque? Dove ci sta spazzando tutti?…” | J. S.
TRADUZIONE DI: Livio Crescenzi
PAGINE: 220