18.00 €
Il saggio, che affronta un periodo di storia parmense scarsamente studiato, descrive l’inizio del regime, negli anni fra il 1925 e il 1929: l’impressionante e brutale violenza verso le opposizioni antifasciste nel 1925 per stroncarne definitivamente la presenza nella provincia; l’occupazione del potere locale, da parte del fascismo; gli aggressivi conflitti interni al fascismo locale, fra moderati e intransigenti; i plebisciti del 1929 e del 1934. L’analisi fornisce una rassegna locale delle strutture del partito e del regime, diffondendosi anche sugli organismi di massa collegati al PNF; esamina i rapporti fra poteri dello stato e PNF, fra prefetti e segretari federali; si dedica all’azione di governo del fascismo stesso, che incise profondamente sulle strutture economiche, sociali e culturali e sulle istituzioni della provincia, e svolse un’opera di modernizzazione, con un forte sviluppo dei lavori pubblici e delle politiche sociali e assistenziali. Una parte del saggio valuta l’antifascismo parmense, soprattutto nel versante comunista (il partito comunista fu la formazione politica che fornì il maggior apporto all’antifascismo attivo), ma è esaminato anche l’antifascismo socialista, cattolico, democratico e liberale oltre che l’antifascismo spontaneo e popolare.
Una particolare attenzione è dedicata ai rapporti fra la chiesa locale, e il fascismo, sia attraverso l’analisi dell’atteggiamento dei vescovi verso il fascismo, sia attraverso un’inchiesta minuziosa di polizia sui dirigenti dell’Azione Cattolica svolta nel 1931, nell’anno del conflitto fra Stato e Chiesa, coi numerosi incidenti a cui diede luogo. Infine, il volume esamina il vasto e straordinario consenso che i parmensi fornirono all’impresa etiopica, e alla mobilitazione contro le “inique sanzioni” decretate dalla Società delle Nazioni nei confronti dell’Italia.