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Jack London scrisse queste Memorie alcoliche subito dopo un tormentato viaggio a New York all'inizio del 1912, durante il quale ebbe una ricaduta tremenda nel vizio del bere: una sbronza colossale in preda alla quale lo scrittore decise di rasarsi a zero. Qui London sviluppa la sua particolare forma di non fiction che avrebbe in seguito caratterizzato il Novecento letterario americano come forma di saggistica narrativa.
In quest'autobiografia del suo alcolismo, London affronta una tragedia che è privata e di molti esseri umani, individuando nell'alcol una viva figura luciferina chiamata John Barleycorn.
Un'opera che rimette in primo piano un tema fondamentale e mai risolto dell'America, della sua letteratura e della società moderna.
| Il liquore si impadronì di me e i discorsi di Scotty e del fiociniere si riversavano nella piccola cabina dell'Idler entrandomi nel cervello come potenti raffiche di un libero vento selvaggio. Stavo già vivendo gli anni a venire con la mia immaginazione, cullato dal glorioso universo folle e selvaggio di infinite avventure. | J.L.
TRADUZIONE E PREFAZIONE: Davide Sapienza
PAGINE: 224
Esaurito