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È Natale in una California tormentata dalle piogge, e cosa starà per raccontare di così importante un certo dottore, «avvicinando la sedia al fuoco, e guardando dolcemente ma con fermezza il semicerchio di testoline bionde intorno a lui», ammonendo i piccoli che non vuole essere interrotto pena la somministrazione, alla seconda domanda, di una dose generosa di olio di ricino, o l’amputazione degli arti al primo bimbo che avesse osato muovere una gamba o un braccio? Fantasmi natalizi, à la manière di Dickens, insomma, Bret Harte, il cantore della vita dei pionieri, l’amico e il rivale di Mark Twain, si mostra in questi racconti natalizi sotto una veste inconsueta, quasi un Charles Dickens del West.
|Persino conciato così, lacero, con la barba lunga e non rasata, con un braccio che gli pendeva inerte al fianco, Santa Claus arrivò a Simpson’s Bar e cadde svenuto sulla soglia della capanna. Subito dopo, l’alba del giorno di Natale si levò lentamente, sfiorando le cime più lontane con il calore rosato dell’amore ineffabile. | B. H.
A CURA DI: Livio Crescenzi & Marta Viazzoli
PAGINE: 172