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Silverman nasce in una cantina a Preston, e trascorre i suoi primi anni bloccato in quella sordida tana, spesso lasciato solo mentre i suoi genitori vanno a cercare lavoro.
Una ricca galleria di personaggi equivoci che coltivano piccoli omicidi, passioni immorali, “caratteri infelici” e oscuri risentimenti.
Tra colpi di scena melodrammatici emerge un tratto inedito della prosa di Dickens. Una sottigliezza nella scrittura, una capacità di penetrare e rappresentare certi movimenti del cuore, certe lacerazioni della mente, certi terrori dell’anima, che fanno pensare ad Edgar Allan Poe.
Forse attribuì un’eccessiva importanza alla mia cultura, e mi amò per questo; forse confuse la luce riflessa di ciò che avevo semplicemente appreso, con la pura lucentezza e gli autentici raggi del vero sapere; ma a quel tempo mi amava e me lo rivelò. | c. d.
TRADUZIONE DI: Laura Bartoli & Livio Crescenzi
PAGINE: 136