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All’origine dell’opera – scritta nel 1873 a quattro mani da Mark Twain e dall’amico scrittore Charles Dudley Warner – c’è la provocatoria sfida delle mogli degli scrittori, le quali un giorno, ormai annoiate dalle lamentele dei rispettivi coniugi sullo stato della narrativa americana, sfidarono i mariti a dimostrare di saper fare di meglio. I mariti scrittori accolsero la provocazione e, nel giro di tre mesi, completarono il romanzo, poi pubblicato quello stesso anno.
È il primo vero lungo romanzo di Mark Twain, nel quale scorre un fiume di altri numerosi sotto-romanzi, un oceano di storie impossibile da condensare, che s’intrecciano fra loro. Un romanzo satirico, un romanzo d’avventure, un romanzo sulla ‘famiglia’ e sulle oscure passioni femminili, pieno di personaggi che fanno del libro un autentico catalogo di varia umanità. Un potente affresco di quella primitiva e un po’ selvaggia libertà del West con il suo incessante e vitale contrasto fra civiltà e barbarie. Dunque un romanzo fin nella sua essenza americano, anche per la sua forma vivace e dinamica.
| Il passato era sprofondato sotto la linea dell’orizzonte, e per lei era come se non esistesse più; una partita chiusa per sempre. Ora scrutava con occhi turbati le distese prive di strade del futuro. Doveva di nuovo ricominciare a vivere – a ventotto anni. E da dove ricominciare? La pagina era bianca, e in attesa del primo rigo; era dunque una giornata memorabile. | M. T.
TRADUZIONE DI: Livio Crescenzi
PAGINE: 560