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Sul tavolino di un bar d’Opicina, a cinque chilometri dal confine italo-sloveno, Sergio Tavčar racconta a Marco Ballestracci l’avventura della Jugoslavia: sia storica che sportiva.
Non la racconta però da specialista del reportage, ma da ragazzino cresciuto a un passo dal confine tra l’Ovest e l’Est del mondo e, più tardi, da voce sportiva di TV Koper Capodistria, la televisione della minoranza italiana in Slovenia.
La visione della dissoluzione della Jugoslavia è senza dubbio storica, ma condita dalle voci che vengono da oltre il confine e raccontano le umane debolezze di un paese con sei repubbliche, cinque popoli, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Tito.
Una testimonianza preziosa, e un nuovo modo di raccontare l’ultima grande guerra che ha sconvolto il Vecchio Continente.
| Lo sport talvolta è uno strumento d’identità: un mezzo per comprendere chi siamo veramente.| S. T.
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