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Un breve romanzo favolistico e allegorico, privo di ogni traccia di vernacolo e di gergo, forte di una visione quasi dostoevskiana dell’universo quale gioco spietato. …Uno dei protagonisti è un angelo il cui nome è Satana, è una forza crudele che irride gli uomini e le loro miserie, senza però che da parte di Mark Twain vi sia alcuna implicazione metafisica. L’opera è l’espressione del materialismo sempre più convinto del grande scrittore americano, negli ultimi anni della sua esistenza. La cupa Austria in cui si svolge il romanzo nel 1590, è una disillusa proiezione del mondo contemporaneo, la cui fiducia, il cui ottimismo razionale lo scrittore mette radicalmente in discussione.
| Alla fine mi feci coraggio e gli chiesi di rivelarci chi fosse, in realtà.
Quando gli sentimmo dire che era un angelo, fummo presi da una sorta di soggezione, anzi di timore reverenziale, e di nuovo provammo paura; ma lui ci disse che non dovevamo preoccuparci, che non avevamo alcun motivo d’aver paura di un angelo, e che comunque noi gli piacevamo. | M.T.
TRADUZIONE: Livio Crescenzi
PAGINE: 144