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Pochi conobbero e amarono Londra come Charles Dickens. In queste due prose autobiografiche il celebre scrittore vittoriano, con una sensibilità analoga a quella di Baudelaire per la sua Parigi, racconta la città da due diversi punti di vista: quello del bambino che si smarrisce nella zona di St. Giles, una delle più povere a quei tempi, e quello di un giovane che, per conciliare un sonno difficile, vaga senza una meta per tutta la notte annotando ogni dettaglio con la precisione di uno scienziato, o di un poeta.
| E così girovagai per la City, come un bimbo in un sogno, guardando a lungo i mercanti inglesi e ispirato da una potente fede nella straordinarietà di ogni cosa. Su e giù per cortili, dentro e fuori i recinti e le piccole piazze, una sbirciata nei corridoi degli uffici per poi fuggire via. | C.D.
TRADUZIONE: Maria Giorda
POSTFAZIONE: Alessandro Vescovi
PAGINE: 88