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La presente ricerca, dalla fisionomia “procedurale” – pensata quindi più come incalzare di domande e di provvisori e parziali tentativi di risposta che come percorso lineare e “dichiarativo”-, mira ad individuare i “guizzi metamorfici” della questione (nella sua accezione interrogativa) dell’umano all’interno dei vortici teorici di due autori “di frontiera”, mettendo in campo l’idea di un’antropologia, sia calviniana che serresiana, del “ripensamento integrato” dell’umano stesso per cui quest’ultimo si va a costruire e ricostruire attraverso processi di meticciamento e ibridazione con il non-umano.
| L’umano attraverso Italo Calvino e Michel Serres: come e perché? La letteratura e la filosofia, la filosofia e la letteratura; la scienza, la letteratura e la filosofia: è questo lo “spazio molteplicemente connesso”, l'”intersezione vuota” da cui pare affiorino peculiari esigenze calviniane ed emergenze serresiane di ri-pensamento “ampio” dell’umano e di ri-negoziazione delle sue relazioni con le alterità “non-umane. | O.R.