
07 Nov Verso Nazareth (Innocenti all’estero, Vol. IV) / Mark Twain (Incipit)
L’ultima volta che ho scritto degli appunti stavamo ancora a Efeso. Adesso ci troviamo in Siria, accampati sui monti del Libano. L’interregno è stato lungo, sia per quanto riguarda il tempo trascorso che per quanto riguarda la distanza. Da Efeso non abbiamo portato via nemmeno una reliquia! Dopo aver raccolto frammenti di marmi scolpiti e dopo aver spezzato qualche decorazione dall’interno delle moschee; e dopo che, a costo d’infiniti guai e di fatica, abbiamo trasportato tutta quella roba fino alla stazione a dorso di mulo, un funzionario governativo ha sequestrato in malo modo tutti quegli oggetti! Direttamente da Costantinopoli, aveva ricevuto l’ordine di stare attento in modo particolare alla nostra comitiva, e di verificare accuratamente che non portassimo via nulla da lì. Dunque, si è trattato di un rimprovero saggio, giustissimo e più che meritato, il quale, però, ha fatto un po’ di scalpore. Non mi capita mai di saccheggiare in casa altrui senza sentirmi terribilmente a disagio. Questa volta mi sono sentito orgogliosissimo. Mi sentivo tranquillo nel mezzo dei rimproveri lanciati contro il governo ottomano per l’affronto fatto a un gruppo di signore e di signori assolutamente rispettabili. Perciò dissi: “Siamo spiriti liberi, questa cosa non ci riguarda.”
Traduzione di Livio Crescenzi