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| L’aviazione è un ottimo sport, ma è completamente inutile per i fini dell’esercito | Ferdinand Foch
Se i fratelli Wright inventarono l’aeroplano, il Primo Conflitto Mondiale diede alla luce l’aeronautica. Spinti dalle crescenti esigenze di offesa e difesa, i fragili biplani dei pionieri mutarono in vere e proprie macchine da combattimento, mentre la costruzione artigianale lasciò il posto alle iniziative industriali sempre più importanti e ambiziose. È facile immaginare che, là dove i pionieri del volo gettarono le basi di ciò che sarebbe diventata una delle più clamorose conquiste tecnologiche del secolo scorso, i militari si impadronirono della rivoluzionaria tecnologia e di tutti i giovani talenti capaci di “volare” con le ali del proprio folle coraggio e librarsi realmente in volo con i primi esemplari di aeroplani e palloni aerostatici da osservazione – i più arditi sarebbero diventati veri e propri “cavalieri del cielo”. La cosiddetta “guerra aerea” può essere assimilata a tutti gli altri fronti del Primo Conflitto Mondiale. Il periodo 1914-1918 registrò, infatti, per la prima volta nella storia e su larga scala l’impiego delle neonate tecnologie aeronautiche a scopi bellici. Ci volle un po’ di tempo prima che i Generali Europei riconoscessero la validità e l’intrinseca potenzialità di questa nuova arma – lo stesso Ferdinand Foch esclamò: “L’aviazione è un ottimo sport, ma è completamente inutile per i fini dell’esercito.” – e i primi aeroplani militari furono semplicemente utilizzati al “posto” della cavalleria per semplici missioni di esplorazione e per identificare le trincee avversarie dall’alto. In seguito, apparvero tuttavia altre differenti connotazioni tattiche che portarono alla realizzazione di esemplari destinati al combattimento, alla ricognizione vera e propria e al bombardamento. Una volta capita la sua enorme utilità, l’aviazione militare fu interessata da uno sviluppo estremamente repentino.
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